KOS è un gruppo privato operante nel settore socio-sanitario-assistenziale. Soltanto in Italia gestisce ben 93 strutture tra Residenze per anziani, centri di riabilitazione, comunità terapeutiche.
KOS applica in diverse strutture il Contratto Collettivo Anaste. Nel 2017, nonostante il CCNL Anaste sia stato rinnovato, KOS ha deciso unilateralmente di continuare ad applicare il vecchio Contratto Anaste del 2004. Ciò ha prodotto un notevole danno economico per i lavoratori, i quali non hanno potuto beneficiare:
Per tale motivo, lo SNALV Confsal ha citato in giudizio KOS Group. La vicenda giudiziaria è nata dal rifiuto del gruppo KOS di concedere al Sindacato un’assemblea nella “R.S.A. San Giuseppe” di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). Un rifiuto illegittimo, come ha sentenziato il Tribunale di Ascoli Piceno prima e la Corte di Appello di Ancora poi: il comportamento del gruppo KOS integra una condotta antisindacale.
A seguito della sentenza, pertanto, tutti i lavoratori coinvolti hanno il diritto di recuperare le differenze retributive e contributive illegittimamente non corrisposte dal proprio datore di lavoro.
Da “La Nazione” Grande soddisfazione per la riuscita del convegno “La violenza e la discriminazione sulle persone con disabilità: l'importanza di fare rete sul territorio”, promosso dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili a Palazzo Ducale, che sabato scorso ha suggellato la giornata per ribadire “la condanna a tutte le violenze – dichiarano gli organizzatori – a partire da quella sulle donne e proseguendo con quelle verso i disabili e tutti i soggetti cosiddetti fragili”.
A circa 9 anni dall’emanazione del Decreto Legislativo n. 23 del 2015 (uno dei decreti attuativi del cd. “Jobs Act”), è possibile affermare che la disciplina sui licenziamenti è ancora fonte di instabilità ed incertezza.
La legge di bilancio 2024 ha previsto il “Bonus Mamme”: l’esonero della contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile, per le lavoratrici che hanno almeno tre figli.