La pandemia ha acceso i riflettori sul sistema delle Residenze Sanitarie
Assistenziali, con un bilancio pesantissimo sul numero di contagiati e,
purtroppo, di personale e pazienti deceduti. Ma quella che sembrava una
tragedia inevitabile, tuttavia, si è palesata come una conseguenza della
politica miope che caratterizza l’intero settore (case di cura e di riposo,
comunità terapeutiche e riabilitative, ecc.).
Ancora oggi la situazione è disarmante:
- il personale è in grave carenza numerico e pesantemente sottopagato;
- poche Regioni incentivano e promuovono la qualità delle strutture;
- esiste una grave frammentazione del sistema, con meccanismi di
accreditamento e di finanziamento estremamente differenziati da Nord a
Sud del Paese.
L’incredibile abnegazione dei lavoratori sta portando avanti un sistema
che, allo stato attuale, è destinato al collasso.
Chi si occuperà dei nostri anziani? Chi avrà cura dei soggetti più
fragili della società?
Anche il P.N.R.R. sul tema sembra avanzare proposte nebulose e poco
concrete. Il grido d’allarme viene da più parti: non solo dal personale in
trincea, ma anche dai tanti gestori che con professionalità ed onestà
forniscono servizi di eccellenza agli utenti più fragili.
Abbiamo tutti l’obbligo di tutelare quella classe di ferro che, con grossi
sacrifici, ha contribuito a costruire il nostro benessere e a trasmettere i
valori fondanti della nostra società:
Lo SNALV Confsal promuove una seria discussione tra lavoratori, datori
ed Istituzioni per:
• consentire il miglioramento delle condizioni di lavoro dei
dipendenti “privati”, riducendo drasticamente il divario
retributivo e contrattuale con i colleghi del pubblico impiego;
• garantire l’omogeneità del sistema di accreditamento,
eliminando le assurde sperequazioni, sia in termini
regolamentari che di budget, vigenti da una Regione all’altra;
• potenziare i servizi afferenti al mondo socio – sanitario,
favorendo l’assistenza dedicata a singoli soggetti o piccoli
gruppi e, ove possibile, l’assistenza domiciliare mediante
l’integrazione tra pubblico e privato.
socioassistenziale@snalv.it
06.7049.2451
Roma, 28 Marzo 2023. Nel pomeriggio di ieri lo Snalv Confsal ha incontrato il sottosegretario alla Salute, on. Marcello Gemmato, presso la sede istituzionale del Ministero.
Nelle Residenze Sanitarie Assistenziali manca il 21,7% degli infermieri, il 13% dei medici e il 10,8% degli operatori sociosanitari.
Si è tenuta oggi a Torino un'importante riunione organizzativa con diversi lavoratori del comparto, provenienti da strutture differenti (RSA, comunità terapeutiche, centri riabilitativi, ecc.).
Aumento medio retributivo di 40€ mensili, prevista una tantum dilazionata di 300€.
Diverse sono state le istanze avanzate dalla Confsal nell’incontro di ieri con il neo Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nel quadro confederale, infatti, il Segretario Margiotta si è fatto carico delle questioni rappresentate da ciascuna Federazione di categoria. Queste le priorità evidenziate dallo Snalv Confsal.
Quella dei lavoratori con part-time ciclico verticale è una battaglia che lo SNALV Confsal conduce da sempre: già tempo fa, il nostro Sindacato ha denunciato al Parlamento ed al Ministero del Lavoro l’ingiustizia di questi contratti che – durante i mesi di chiusura dell’attività – lascia i lavoratori senza stipendio e senza la possibilità di poter accedere ad ammortizzatori sociali.
Approvato ieri in Consiglio dei ministri il DisegnoDi Legge proposto dal ministro del Lavoro in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti.
Il colosso delle case di riposo ha applicato un Contratto Collettivo del 2004, comportando un grave danno economico ai lavoratori.
KOS è un gruppo privato operante nel settore socio-sanitario-assistenziale. Soltanto in Italia gestisce ben 93 strutture tra Residenze per anziani, centri di riabilitazione, comunità terapeutiche. KOS applica in diverse strutture il Contratto Collettivo Anaste. Nel 2017, nonostante il CCNL Anaste sia stato rinnovato, KOS ha deciso unilateralmente di continuare ad applicare il vecchio Contratto Anaste del 2004...
Le Parti Sociali hanno individuato una soluzione “ponte” per superare l’impasse legato al rinnovo.