CALABRIA: ASSEMBLEA DEI LAVORATORI IN SILA

San Giovanni in Fiore (CS) - Ancora in impasse la vertenza da tempo aperta sugli impianti di risalita di Lorica e Camigliatello Silano: le dotazioni strategiche per lo sviluppo turistico dell’altipiano praticamente ferme da più tempo. In particolare, a Lorica non sono stati ancora completati i lavori che dovrebbero garantirne la piena efficienza, ed in entrambi gli impianti manca personale.

La problematica, che da anni non riesce a trovare sbocchi risolutivi, è stata affrontata nel corso di un’assemblea di lavoratori, indetta dallo Snalv Calabria, rappresentata dal suo dirigente provinciale Gaetano Pignataro. 

Ai lavori è intervenuto Antonio Lento per la Confsal-Funzioni locali, congiuntamente alla presenza dell’assessore comunale di San Giovanni in Fiore, Antonello Martino, in rappresentanza del sindaco Rosaria Succurro. Sindacalisti e lavoratori hanno stigmatizzato l’assenza degli altri sindaci del territorio.

A conclusione dei lavori è stata proposta l’apertura di un “tavolo regionale di confronto e concertazione”, che prevede la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati, compressi gli attori del territorio (albergatori, operatori turistici, amministratori dell’ente parco di Arsac, Ferrovie della Calabria, parti sociali) e che persegua concretamente e sollecitamente l’obiettivo del riavvio dei due complessi sciistici, così da favorire l’ ”agognata ripresa” della stagione turistica invernale, oramai imminente.
 

“𝘓’𝘈𝘳𝘴𝘢𝘤, 𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘵𝘦𝘤𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘥𝘢 𝘧𝘦𝘳𝘳𝘰𝘷𝘪𝘢𝘳𝘪𝘢, 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘪 – 𝘳𝘪𝘭𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘓𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘗𝘪𝘨𝘯𝘢𝘵𝘢𝘳𝘰 – 𝘯𝘦𝘭 𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘨𝘪𝘮𝘦 𝘥𝘪 𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘻𝘪𝘢𝘳𝘪𝘢. 𝘛𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘪𝘵𝘶𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘪𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘶𝘯 𝘦𝘷𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘳𝘳𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘶𝘦 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘶𝘳𝘦. 𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘭𝘰. 𝘓’𝘢𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘰 𝘢𝘧𝘧𝘪𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢𝘷𝘰𝘳𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘴ì 𝘥𝘢 𝘪𝘯𝘪𝘣𝘪𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵à 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪, 𝘤𝘰𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪 𝘳𝘪𝘱𝘦𝘳𝘤𝘶𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘭’𝘦𝘤𝘰𝘯𝘰𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘻𝘰𝘯𝘢.”

“𝘓𝘢 𝘧𝘪𝘭𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘵𝘶𝘳𝘪𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘰𝘱𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘪𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭𝘪 – 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘭𝘪𝘯𝘦𝘢𝘯𝘰 𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘴𝘪𝘯𝘥𝘢𝘤𝘢𝘭𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢 𝘭𝘢 “𝘭𝘦𝘨𝘪𝘵𝘵𝘪𝘮𝘢 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘢” 𝘥𝘦𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰 - 𝘷𝘢 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘢𝘧𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘪, 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘪𝘵à 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪, 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘢𝘭 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘢 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘰 𝘳𝘦𝘨𝘪𝘮𝘦.”

Non si può perdere altro tempo. La mancata riattivazione degli impianti, in continuità ed in efficienza, ha già provocato danni ingenti all’immagine ed all’economia del territorio. Ogni intoppo va sbloccato, come, giustamente, reclamano lavoratori ed operatori economici. Ulteriori rinvii non sarebbero più accettabili. (lmp)
 

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