Lavoro, vacante il 48% dei posti.

Lo Snalv continua a segnalare, oramai su base mensile, un fenomeno tutto italiano: nonostante l'elevata disoccupazione, nel nostro Paese restano scoperti migliaia di posti di lavoro (cd. "mismatch").

"Su 531mila assunzioni previste dalle imprese a settembre oltre 252mila sono considerate dagli stessi imprenditori “difficili” da realizzare. Siamo al 48%; un “mismatch” (scostamento) a livelli elevatissimi che ormai riguarda un’assunzione su due, o giù di lì. Un dato, peraltro, in costante crescita, e in aumento di ben cinque punti rispetto a dodici mesi fa, con quote comprese tra il 60% e il 70% per molte figure tecnico-ingegneristiche e per gli operai specializzati. Prima del Covid, nel 2019, le difficoltà nelle assunzioni oscillavano intorno al 20%; quindi in meno di un lustro questa percentuale si è più che raddoppiata. E a crescere, con una accelerata negli ultimi mesi, sono gli inserimenti di manodopera straniera, passati dai 95mila ingressi dello scorso anno, pari al 18,2% del totale delle entrate, agli 108mila ingressi segnalati a settembre, pari al 20,4% del totale entrate (+13mila contratti; +13,6%). A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 35,2% delle entrate programmate è riservato a manodopera straniera); ma numeri importanti si registrano anche nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,7% di assunzioni di stranieri); nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (25,8%), nei servizi di alloggio ristorazione e turistici (25,7%) e nelle industrie alimentari (25,1%).
La fotografia scattata ieri dal bollettino Excelsior di settembre, targato Unioncamere-Anpal, conferma come causa prevalente del mismatch sia la “mancanza di candidati” con una quota del 31,7%. A seguire la “preparazione inadeguata” che si attesta al 12%. Un segnale da non trascurare vista la denatalità in atto (perdiamo 100mila studenti l’anno); e con un ragazzo su due che esce dalla scuola con competenze inadeguate. Tutto ciò in un mercato del lavoro che sta tenendo: nel trimestre settembre-novembre sono previsti 1,4 milioni di ingressi (+1,9% rispetto all’analogo periodo 2022). Con una spia rossa: a settembre le assunzioni sono in calo nelle aziende sotto i 10 addetti; mentre sono positive in quelli di maggiori dimensioni.
«I dati - ha sottolineato Andrea Prete, presidente di Unioncamere - mostrano ancora che la difficoltà di reperimento del personale è ormai sempre più collegata alla mancanza di candidati per i profili che le imprese stanno cercando oltre che al disallineamento delle competenze dovuto alle difficoltà del sistema formativo. Appare evidente che questa carenza durerà nel tempo perché dipende soprattutto da una questione demografica, dalla carenza di persone in età da lavoro in grado di sostituire chi lascia. Essendo divenuto un problema strutturale del nostro mercato del lavoro credo sia necessario mettere in campo una pluralità di politiche ed interventi diversi, sapendo che le politiche legate alla natalità necessitano di molti anni per poter dare i primi risultati. Diviene quindi fondamentale anche una attenta e lungimirante gestione dei flussi migratori» (non a caso nel decreto Cutro, proprio su input delle imprese, è stata inserita la possibilità, in via transitoria, per quest’anno e il prossimo, di avere un canale privilegiato, e organizzato, di ingresso per lavoratori
extracomunitari formati nei Paesi di origine, non condizionato ai tempi di emanazione del decreto flussi).
Entrando più nel dettaglio, il mismatch più elevato riguarda gli operai specializzati (64,2% la quota di entrate difficili da reperire), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e le professioni tecniche (49,5%). Mancano attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (74,1% e un picco dell’87,7% nel Nord Ovest), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%, con un massimo nel Nord Est dell’80,9%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1%, al 76,7% nel Nord Ovest) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%, ma fino all’81,5% nel Centro). Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67,5%, che raggiunge il 74,5% nelle regioni centrali), i tecnici in campo ingegneristico (64,2%), i tecnici della salute (58,9%) e i tecnici della distribuzione commerciale (58,8%).
«Di fronte a questi numeri è fondamentale costruire un’alleanza tra scuola e mondo del lavoro - ha chiosato Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano -. Noi imprenditori sono anni che lo diciamo, e siamo sempre pronti a dare il nostro contributo per rilanciare attività laboratoriali e filiera tecnica. Ci sono segnali incoraggianti: ora dobbiamo farlo convergere verso un rapporto strutturato e costante tra scuole e imprese. Nelle aziende viviamo il cambiamento, e dobbiamo favorire occupabilità dei ragazzi e competitività».

La fotografia:

48% I lavoratori introvabili
A settembre continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate, in aumento di 5 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, con quote comprese tra il 60% e il 70% per molte figure tecnico – ingegneristiche e di operai specializzati.
I lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre sono 531mila, 7mila in più (+1,3%) rispettoa quanto programmato un anno fa 

20,4% La manodopera straniera
Cresce il ricorso alla manodopera straniera che passa da 95mila ingressi dello scorso anno, pari al 18,2% del totale entrate, agli attuali 108mila ingressi, pari al 20,4% del totale entrate (+13mila contratti; +13,6%). A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 35,2% delle entrate programmate è ormai riservato a manodopera proveniente da altri Paesi comunitari e soprattutto extracomunitari ) 

1,4 mil Le assunzioni previste
Per l’intero trimestre settembre-novembre 2023 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, in aumento dell’1,9% rispetto all’analogo periodo del 2022. Sono le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole (10-49 dipendenti) a coprire completamente l’incremento complessivo rispetto al 2022 delle assunzioni programmate (rispettivamente, con +4,4mila e +4,3mila nel mese e +11mila e +12mila nel trimestre)."

FONTE: Il Sole 24 ore (Lavoro, vacante il 48% dei posti. Uno su cinque va agli stranieri di Claudio Tucci - 04 Settembre 2023)

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