Quello dei lavoratori fragili è un esempio lampante di quanto il “disordine legislativo” produca, spesso, danni concreti nella vita pratica delle persone.
Il famoso “diritto allo smartworking” – più volte prorogato dall’inizio della pandemia, con formulazioni diverse e variegate – è diventato un vero e proprio ginepraio, in cui emergono ingiustificabili distinzioni tra i lavoratori, oltre a modalità procedurali che cozzano di logica e senso compiuto.
Ciò premesso, cerchiamo in sintesi di fare il punto sulle tutele oggi in vigore.
Il cd. “Decreto Lavoro” (DL n. 48/2023, convertito dalla Legge n. 85/2023) ha prorogato due differenti tipologie di accesso al lavoro agile:
1. LAVORO AGILE PER I DIPENDENTI “FRAGILI” DEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO (art. 28bis del Decreto)
Questa norma prevede il diritto assoluto per i lavoratori di accedere allo smartworking, fino al 30 settembre 2023, anche qualora la propria mansione sia incompatibile con la modalità di lavoro agile.
Il diritto è riservato ai lavoratori che:
2. LAVORO AGILE PER I DIPENDENTI “FRAGILI” DEL SETTORE PRIVATO (art. 42 del Decreto)
Questa norma, invece, prevede il diritto per i lavoratori di accedere allo smartworking, fino al 31 dicembre 2023, soltanto qualora la propria mansione sia compatibile con la modalità di lavoro agile.
Il Diritto è riservato ai lavoratori che:
In definitiva, emergono con chiarezza differenze su alcuni aspetti che non sono giustificati da alcuna evidenza scientifica: da un lato, si riserva il “diritto assoluto” allo smartworking soltanto ai dipendenti fragili che rientrano nella deprecabile lista interministeriale (la cui certificazione spetta al medico di base); dall’altro lato, invece, ai lavoratori considerati “a rischio” dal medico competente viene concesso un diritto al lavoro agile “relativo”, ossia condizionato dalla compatibilità della mansione svolta con tale modalità di lavoro. Tale diritto, inoltre, non vale per i dipendenti pubblici.
Non si capisce, inoltre, perché una norma è limitata al 30 settembre, mentre l’altra sarà in vigore fino al 31 dicembre.
Ordunque, anche in questa Legislatura, si registra un’ignobile approssimazione e poca sensibilità verso i lavoratori fragili.
Lo Snalv Confsal resta fermamente convinto della necessità di una riforma organica, che risolva alla radice le problematiche legate alle assenze effettuate dai lavoratori con patologie gravi, croniche o invalidanti. Tale posizione è stata espressa più alle Istituzioni competenti e ribadita, da ultimo, nella nota trasmessa pochi giorni fa al Ministro del Lavoro, Calderone, ed al Ministro per le Disabilità, Locatelli (LEGGI QUI).
Nel frattempo, restiamo sempre a disposizione di tutti i lavoratori per aiutarli a districarsi nel labirinto di norme “no sense” che ci troviamo a fronteggiare.
fragili@snalv.it – 345.0511636
Il Ministero del Lavoro ha fornito un utile strumento di consultazione delle misure attualmente accessibili per l’assunzione di lavoratori. Scarica la guida integrale in formato pdf.
Lo Snalv continua a segnalare, oramai su base mensile, un fenomeno tutto italiano: nonostante l'elevata disoccupazione, nel nostro Paese restano scoperti migliaia di posti di lavoro (cd. "mismatch").
A partire da questo mese di settembre, in occasione della nascita di un figlio l'Inps invierà ai genitori che abbiano prestato il consenso a ricevere comunicazioni proattive un avviso via mail con cui li inviterà a presentare la domanda per l'assegno unico universale o, in presenza di altri figli a carico, per integrare il beneficio già percepito.