La parità retributiva tra lavoratori uomini e donne (cosiddetto “Gender Pay Gap”) è l’oggetto della Direttiva n. 970/2023 del Parlamento e del Consiglio, pubblicata il 10 maggio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione.
La Direttiva impone agli Stati membri – tra cui l’Italia – di adeguare le proprie disposizioni legislative e regolatorie entro i prossimi tre anni, affinché sia garantita la parità di retribuzione tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro (o un lavoro di pari qualifica).
I datori di lavoro dovrebbero essere messi in condizione di applicare sistemi retributivi equi per uno stesso lavoro, o per un lavoro di pari valore. Nello specifico, dovranno essere applicati strumenti o metodologie che consentono al datore di lavoro, così come alle parti sociali, di adottare sistemi di valutazione e classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere che, dunque, evitino alla radice che possano verificarsi discriminazioni retributive, dirette e indirette, a causa del genere.
LA SITUAZIONE ITALIANA
Il dato medio delle retribuzioni orarie lorde restituisce, riguardo all’Italia, un quadro apparentemente brillante, con un divario retributivo di genere del solo 4,2%, rispetto a una media dell’UE del 13% (Fonte Eurostat).
Tuttavia, tale statistica non tiene conto dei gap che si rilevano nei premi di produzione, di risultato, di produttività. Né, soprattutto, dei gap che si accumulano nel corso della vita a causa del divario nel tempo dedicato al lavoro.
La tematica, particolarmente complessa dato l’intreccio tra fenomeni diversi, dovrà essere affrontata adeguatamente dal Legislatore, che è tenuto a dare attuazione alla Direttiva entro 7 il giugno 2026.
Le parti sociali avranno certamente il compito di individuare possibili soluzioni a supporto del Legislatore e della contrattazione collettiva.
Lo Snalv Confsal, per il tramite della propria Confederazione, è pronto a formulare il proprio contributo, tenendo ben presente alcune criticità che si registrano in alcuni contesti e che incidono sulle interruzioni di carriera o sulle barriere in ingresso.
L’approfondimento SNALV Confsal su: nuova definizione di “persona con disabilità”, procedimento unico di valutazione, disciplina dell’accomodamento ragionevole.
«Un ulteriore passo in avanti per eliminare le discriminazioni nella vita sociale, professionale e familiare delle persone guarite da un tumore»
Adesso è ufficiale. Con il D.P.R. 11/04/2024 il Segretario Generale della FNA Confsal, nonchè vice nazionale dello SNALV Confsal, entra a far parte del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), in rappresentanza della categoria "lavoratori dipendenti".