Socio-sanitario-assistenziale-educativo

La pandemia ha acceso i riflettori sul sistema delle Residenze Sanitarie Assistenziali, con un bilancio pesantissimo sul numero di contagiati e, purtroppo, di personale e pazienti deceduti. Ma quella che sembrava una tragedia inevitabile, tuttavia, si è palesata come una conseguenza della politica miope che caratterizza l’intero settore (case di cura e di riposo, comunità terapeutiche e riabilitative, ecc.).

Ancora oggi la situazione è disarmante: - il personale è in grave carenza numerico e pesantemente sottopagato; - poche Regioni incentivano e promuovono la qualità delle strutture; - esiste una grave frammentazione del sistema, con meccanismi di accreditamento e di finanziamento estremamente differenziati da Nord a Sud del Paese.

L’incredibile abnegazione dei lavoratori sta portando avanti un sistema che, allo stato attuale, è destinato al collasso. Chi si occuperà dei nostri anziani? Chi avrà cura dei soggetti più fragili della società?

Anche il P.N.R.R. sul tema sembra avanzare proposte nebulose e poco concrete. Il grido d’allarme viene da più parti: non solo dal personale in trincea, ma anche dai tanti gestori che con professionalità ed onestà forniscono servizi di eccellenza agli utenti più fragili. Abbiamo tutti l’obbligo di tutelare quella classe di ferro che, con grossi sacrifici, ha contribuito a costruire il nostro benessere e a trasmettere i valori fondanti della nostra società:

Lo SNALV Confsal promuove una seria discussione tra lavoratori, datori ed Istituzioni per:
• consentire il miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti “privati”, riducendo drasticamente il divario retributivo e contrattuale con i colleghi del pubblico impiego;
• garantire l’omogeneità del sistema di accreditamento, eliminando le assurde sperequazioni, sia in termini regolamentari che di budget, vigenti da una Regione all’altra;
• potenziare i servizi afferenti al mondo socio – sanitario, favorendo l’assistenza dedicata a singoli soggetti o piccoli gruppi e, ove possibile, l’assistenza domiciliare mediante l’integrazione tra pubblico e privato.

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