Ce ne siamo accorti tutti: lavoratori, pensionati, giovani e disoccupati, abbiamo tutti dovuto far fronte ad un’impennata micidiale dei prezzi che ha ridotto, ancora di più, il nostro potere d’acquisto. A detta degli esperti, inoltre, l'inflazione non accennerà a fermarsi nei prossimi mesi.
Si preannuncia, dunque, un Inverno difficilissimo per i cittadini italiani. Una situazione eccezionale che richiede strumenti straordinari.
Le misure sinora adottate sono clamorosamente insufficienti: il bonus 200€ di luglio non è ancora arrivato a tutti i beneficiari; l’esonero contributivo da Settembre a Dicembre si traduce in un aumento irrisorio degli stipendi, da 15 a 20€ circa al mese; anche il nuovo bonus di 150€, erogato probabilmente non prima di Novembre, non servirà a colmare le gravi perdite subite negli ultimi mesi.
Il sistema dei bonus non può reggere a lungo: occorre aumentare stabilmente i salari, cercando di non innescare una pericolosa spirale.
Lo Snalv Confsal propone, a tal proposito, di introdurre un meccanismo provvisorio che incentivi i rinnovi dei Contratti collettivi in scadenza, a partire dalla detassazione totale degli incrementi retributivi definiti entro la fine dell’anno.
Una misura del genere non comporterebbe nuovi oneri per le casse dello Stato e si porrebbe nell’ottica di realizzare un duplice obiettivo:
Non solo quello di aumentare, finalmente, i salari dei lavoratori (che hanno avuto il tasso di crescita più basso in Europea negli ultimi 30 anni);
Concentrare gli sforzi della finanza pubblica sul contenimento del costo dell’energia e sul caro-bollette, i cui importi elevati stanno portando sul lastrico famiglie e piccole imprese.
Roma, 23 marzo 2023. Un lavoratore in cassa integrazione potrebbe perdere il diritto all’integrazione salariale se presta un’altra attività lavorativa, anche per poche ore settimanali.
Un incontro proficuo ed interlocutorio quello avvenuto ieri tra il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ed i maggiori Sindacati italiani.
Nelle Residenze Sanitarie Assistenziali manca il 21,7% degli infermieri, il 13% dei medici e il 10,8% degli operatori sociosanitari.