Le Parti Sociali hanno individuato una soluzione “ponte” per superare l’impasse legato al rinnovo.
Roma, 3 giugno 2022 – Le difficoltà sul rinnovo del Contratto Collettivo Anaste sono ormai note ai più: il settore SocioSanitario è ostaggio da anni di regolamentazioni differenti che variano da Regione a Regione e che minano la qualità del servizio reso agli utenti.
Nel frattempo, i due anni di pandemia hanno certamente aggravato la sostenibilità dell’intero settore, con strutture svuotate di infermieri e OSS e con i pochi lavoratori rimasti costretti a svolgere turni massacranti.
Le trattative per il rinnovo del Contratto sono partite subito – il nostro sindacato ha trasmesso la Piattaforma costruita con i lavoratori già ad inizio 2020 – ma negli incontri successivi si è registrata una notevole distanza tra le Parti sociali. Finalmente, durante l’incontro del 1° giugno, è stata individuata una soluzione temporanea per superare l’impasse odierno: l’obiettivo è rinnovare il prima possibile il Contratto collettivo (che avrebbe validità fino al 31 dicembre 2022) intervenendo sulle criticità più evidenti, per poi riprendere le trattative – soprattutto in merito alla parte “economica” - nei primi mesi del 2023.
Lo Snalv Confsal e la Confsal mirano a raggiungere un’intesa il prima possibile per sottoporre tale soluzione “ponte” ai lavoratori. Anche l’associazione datoriale Anaste si è dichiarata disponibile ad un pre-accordo già prima dell’estate.
Ad ogni modo, la nostra Organizzazione Sindacale reputa urgente e necessaria una presa di coscienza da parte delle Istituzioni: il settore, infatti, è afflitto dalla scarsità del personale e da retribuzioni basse, nettamente inferiori rispetto a quelle previste per analoghi profili professionali del pubblico impiego.
In tale ottica, lo Stato centrale ha il dovere di garantire uno standard univoco di qualità del servizio, sia per i lavoratori sia per gli stessi pazienti che si rivolgono alle strutture convenzionate.
Roma, 23 marzo 2023. Un lavoratore in cassa integrazione potrebbe perdere il diritto all’integrazione salariale se presta un’altra attività lavorativa, anche per poche ore settimanali.
Un incontro proficuo ed interlocutorio quello avvenuto ieri tra il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ed i maggiori Sindacati italiani.
Nelle Residenze Sanitarie Assistenziali manca il 21,7% degli infermieri, il 13% dei medici e il 10,8% degli operatori sociosanitari.